Quale piacere nella pornografia?

La parola pornografia deriva dal greco, e si riferisce alla rappresentazione esplicita di contenuti sessuali, normalmente ritenuti osceni e/o volgari, attraverso diverse forme espressive: fotografia, pittura, cinema, letteratura.

Ciascun individuo ha fisiologicamente delle fantasie erotiche: viene utilizzata l’immaginazione per raffigurare scene che siano stimolanti, proprio allo scopo di raggiungere e amplificare l’eccitazione sessuale. La pornografia è la rappresentazione concreta di queste fantasie attraverso dei medium esterni (giornali, libri, fotografie, siti internet, etc.), che possono quindi essere utilizzati per indurre e accrescere uno stato di eccitazione sessuale.

Ciò che caratterizza la pornografia è l’esclusiva presenza del piano sessuale, senza accenni o rimandi a un livello psichico, affettivo, o sentimentale: si tratta solo di interazioni sessuali.

La diffusione capillare di internet ha fatto sì che negli ultimi anni sempre più persone potessero accedere facilmente a materiale pornografico di varia natura: caduta la barriera del disagio dell’esporsi (per andare in edicola, o per entrare in un sexi-shop), non sono più necessari procedure o rituali, ma gli unici limiti sono quelli che il singolo individuo si impone.

Tutto ciò implica sul piano concreto una disponibilità pressoché assoluta di qualunque tipo di materiale audiovisivo, ma le ricadute psicologiche e relazionali sono impressionanti!

  • l’accessibilità immediata cancella completamente la dimensione del desiderio e della dilazione del soddisfacimento (entrambi requisiti sostanziali della sessualità umana)
  • l’individuo ha il massimo controllo sul materiale cui accede, potendo riprodurlo all’infinito, decidere se e quando utilizzare pause, ripetizioni e quant’altro: non c’è spazio per le fisiologiche limitazioni delle interazioni reali, perché tutto è assolutamente virtuale
  • diventa un vero e proprio meccanismo di consumo, in cui anche il raggiungimento del piacere attraverso l’orgasmo rischia, a lungo andare, di non bastare più, di non essere più realmente soddisfacente, proprio perché spogliato completamente della dimensione reale, relazionale e psichica
  • la tensione, anziché diminuire, può aumentare: il gioco potenzialmente infinito della continua ricerca di nuovi stimoli non permette di lasciarsi andare raggiungendo l’appagamento. Si tratta di una sensazione tipica di chi – per qualunque motivo – si trovi a navigare per diverse ore al giorno su internet: “la struttura piana e aperta del web che consente esplorazioni illimitate fa corto circuito con la struttura profonda delle emozioni” (rapporto EURISPES 2005)
  • la fantasia individuale si espone a inaridirsi sempre più, perché appiattita sull’offerta proveniente dall’esterno e non liberamente scaturita dai desideri interiori
  • paradossalmente, l’immensa scelta cui la persona accede, anziché agevolarlo lo intralcia nella possibilità di optare per ciò che desidera realmente: ogni volta si affaccia il timore di tralasciare qualcosa che potrebbe piacere
  • nel caso di persone con scarsa maturità sessuale – o perché giovani (come gli adolescenti), oppure semplicemente perché ancora inesperti – l’accesso smodato alla pornografia può creare distorsioni cognitive e fraintendimenti, perché viene proposta una porzione della realtà molto limitata e limitante rispetto alla ricchezza della sessualità umana completa, sia individuale, sia di coppia.

L’elenco qui proposto contiene numerosi spunti di riflessione riguardanti un fenomeno in continua espansione. La pornografia in sé non è qualcosa di necessariamente pericoloso: può rispondere a necessità temporanee, a curiosità e bisogno di stimoli. Il suo utilizzo diventa tuttavia nocivo nel momento in cui:

  • si configuri una vera e propria dipendenza, per cui la sessualità rischia di appiattirsi esclusivamente sulla dimensione virtuale dell’autoerotismo pornografico, diventando invece la dimensione relazionale non sostenibile
  • la tipologia di immagini e situazioni che viene proposta urti la sensibilità individuale, superando la capacità di elaborazione psichica dell’individuo (ad esempio: un conto è arrivare a effettuare una determinata pratica sessuale per gradi, all’interno di una relazione reciproca e fidata, altro è assistere passivamente a scene completamente avulse da un contesto umanizzante)
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