Vademecum della coppia funzionante – n°1
L’inizio della convivenza (dentro o fuori dal matrimonio) è la concretizzazione del desiderio di ciascun partner di condividere con l’altro un progetto comune… ma per quanto tempo ci sia frequentati prima del giorno fatidico, si cominciano a conoscere veramente determinate caratteristiche dell’altro soltanto cominciando a vivere sotto lo stesso tetto, e in alcuni casi nemmeno così presto!
A volte l’entusiasmo dell’inizio può rendere più facile il passaggio (salvo il fatto che i nodi verranno comunque al pettine!), mentre altre la contrattazione comincia da subito: in entrambi i casi sono richieste capacità di mediazione, volontà e possibilità di trovare compromessi, desiderio di costruire regole nuove, che siano di coppia e non più individuali.
Ecco quindi qualche riflessione in merito.
Il piano della coppia deve rimanere separato da quello della famiglia, che si tratti sia della nuova famiglia (ci sono quindi dei figli), sia di quella d’origine. I partner devono poter gestire tutte le proprie dimensioni di coppia in maniera autonoma e adulta: è uno dei fattori più importanti che influiscono sulla longevità della relazione! È fondamentale che la coppia impari a condividere, e da questa possibilità tragga piacere, che a sua volta alimenterà il buon funzionamento. I figli, in particolare, non possono diventare il ricettacolo unico di sentimenti, affetti, frustrazioni e soddisfazioni: non fa bene alla loro crescita psicologica, e a lungo andare si rischierebbe di deteriorare inesorabilmente la coppia.
Le aspettative sulla coppia devono essere realistiche, in quanto essa non può in alcun caso essere in qualche modo terapeutica, o comunque servire per alleviare altri dolori. Una grande verità consiste nella convinzione che le persone non cambiano: alcune caratteristiche possono essere smussate, ma il fondamento del rapporto a due sta nell’accettazione dei reciproci pregi e difetti. La perfezione non esiste: razionalmente lo si sa, ma poi metterlo in pratica diventa spesso ben altra sfida. Essere abbastanza maturi e amare veramente l’altro significa accettarne non solo gli aspetti più congeniali, ma anche i limiti e i difetti.
La coppia va continuamente arricchita, e sono proprio i gesti più semplici a renderlo possibile. La routine può essere considerata rassicurante, ma il rischio maggiore è quello che diventi rovinosa. Ecco perché sarebbe bene che nessuno dei partner si trascuri o si lasci andare, anche dal punto di vista della seduzione: a volte il desiderio di avvicinarsi all’altro va un po’ stimolato, ma non c’è nulla di innaturale in questo. Sarebbe bene, inoltre, cercare di evitare di dare tutto per scontato all’interno del rapporto: a lungo andare si correrebbe il grave rischio di annoiarsi, o di essere fraintesi dall’altro.
Promuovere una gelosia “buona”: quando non diventa possessività o vera e propria fissazione, la gelosia può essere un aspetto stimolante, che invece di opprimere può creare nuovi e allettanti spazi di complicità. Essere un po’ gelosi trasmette al partner l’idea di avere il desiderio di conservare vivo e attivo il legame di coppia.
Continua a leggere il post successivo sul tema!
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