Il sesso e l’ansia da prestazione: un binomio da evitare!

L’ansia è una reazione fisiologica che si attiva in maniera automatica di fronte a tutto ciò che una persona interpreta come pericoloso.

Nello specifico, l’ansia da prestazione è uno stato psichico in cui una persona prova una sensazione di paura – più o meno consapevole, intensa o duratura – di fronte a un compito da compiere… che diventa in qualche modo fonte di stress. Essa ha come conseguenza una risposta inadeguata, a causa della quale la performance da compiere viene a configurarsi come fallimento. L’ansia da prestazione sessuale può presentarsi in occasione di incontri di natura erotica.

Vari possono essere i pensieri a monte di un disturbo di questo tipo: preoccupazioni, timore del confronto, paura di fallimenti, tensioni con il partner, paura di sbagliare o di non essere all’altezza, inesperienza, vivere una sorta di competizione con il/la partner, aspettative troppo elevate, valore sproporzionato attribuito all’insuccesso, paura inconscia di abbandonarsi all’altro.

Il timore di non farcela crea un picco di ansia, che a sua volta provoca il rilascio di una quantità di sostanze chimiche che interferiscono pesantemente con la naturale spontaneità della risposta sessuale. Si tratta infatti di una problematica che si manifesta dal punto di vista fisico, ma che ha un’origine squisitamente psichica.

Nonostante nel parlare comune si faccia più riferimento ai problemi di ansia da prestazione maschile, di fatto si tratta di una difficoltà che può colpire anche le donne.

Queste alcune problematiche sessuologiche che possono essere collegate a questioni di origine ansiosa… ovviamente per una corretta diagnosi è necessario anzitutto effettuare i necessari screening medici  specialistici, per escludere l’eventuale presenza di cause organiche:

nell’uomo:
•    Eiaculazione precoce (persistente o ricorrente eiaculazione a seguito di minima stimolazione sessuale prima, durante, o poco dopo la penetrazione e prima che il soggetto lo desideri)
•    Disfunzione erettile (riguardante sia l’impossibilità di raggiungere, sia di mantenere un’erezione sufficiente per avere un rapporto soddisfacente)
•    Inibizione dell’orgasmo maschile (persistente o ricorrente ritardo, o assenza dell’orgasmo dopo una fase di eccitazione sessuale nella norma)

nella donna:
•    Disturbo dell’eccitazione sessuale (incapacità di raggiungere o di mantenere fino al completamento dell’attività sessuale un’adeguata risposta di eccitazione sessuale con lubrificazione e tumescenza degli organi genitali)
•    Anorgasmia (ricorrente ritardo o assenza dell’orgasmo dopo una fase di eccitazione sessuale nella norma)
•    Vaginismo (ricorrente o persistente spasmo involontario della muscolatura del terzo esterno della vagina, che interferisce con il rapporto sessuale)

Ciò che succede nella maggior parte dei casi è che la persona, durante il rapporto, da attore che agisce direttamente nella scena diventa una sorta di spettatore, che valuta dall’esterno la propria prestazione sessuale: è il cosiddetto “spectatoring”. L’attenzione viene concentrata non sull’effetto dei propri comportamenti sessuali, ma sul come si sta agendo: la focalizzazione serrata sul futuro – anziché il godimento del presente – rischia così di determinare la “profezia che si auto-avvera”, creando un pericoloso circolo vizioso.

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