Sballo sessual-sportivo!

Lo sport fa bene alla sessualità, oppure viceversa? Ormai è risaputo che le influenze sono biunivoche, anche se dalla letteratura scientifica emerge con più forza l’influsso dello sport sull’attività sessuale.

Sappiamo che l’attività sessuale induce la produzione di testosterone, un ormone che ha influenze positive sull’attività sportiva, oltre che avere effetti sul tono dell’umore, sulla gestione dell’aggressività e, dulcis in fundo, sul desiderio sessuale stesso.

 

Dall’altra parte, lo sport, stimolando la produzione di ormoni come…

  • la serotonina – che ha effetti sul miglioramento del tono dell’umore, su appetito, sessualità, e in alcuni processi centrali determinanti il comportamento emotivo e l’affettività -.
  • E che a sua volta innalza i livelli di endorfine – note per essere coinvolte nella percezione di benessere, rilassamento e piacere -,
  • la dopamina – neurotrasmettitore che ha influssi su socievolezza, elaborazione del dolore, fornendo sensazioni di piacere e di rinforzo per motivare una persona in modo proattivo a svolgere determinate attività -,
  • il testosterone – che determina in entrambi i sessi sensazioni di energia e forza -.

…ha effetti positivi importanti su diversi aspetti della vita psichica: agevola la creatività, stimola l’intraprendenza, incoraggia la voglia di interagire con gli altri, invoglia il desiderio di impegnarsi per ottenere dei risultati.

Si può quindi sostenere che il circolo virtuoso tra attività sportiva e attività sessuale si autoalimenti, avendo ottimi effetti sia sul corpo, sia sulla psiche.

Sempre più ricercatori e medici sottolineano gli effetti positivi di un’attività sportiva regolare  per prevenire le malattie cardiovascolari, favorire il rilascio di sostanze neuro-ormonali protettive, migliorare il metabolismo, etc. A livello psicologico ci troviamo inoltre di fronte a: aumento della soddisfazione di sé, dell’autostima, miglior percezione del proprio schema corporeo, maggior stima di sé. Tutto ciò naturalmente è vero se lo sport viene vissuto in maniera positiva, e non come strenua e continua sfida con se stessi, se praticato al di sopra delle proprie capacità, o come unico punto di interesse e soddisfazione.

Per chiudere: una simpatica curiosità. È stato ormai riconosciuto ufficialmente (da un gruppo di ricercatori tedeschi nel 2008) il cosiddetto “sballo del corridore” – runner’s high -: si tratta di uno stato emotivo caratterizzato da sensazioni di euforia e benessere, che viene sperimentato durante la pratica sportiva prolungata. I corridori, in particolare, raccontano di un intenso senso di autoefficacia, vitalità, alterazioni nella percezione dello scorrere del tempo; insomma: un benessere fisico generalizzato che certamente contribuisce a influenzare lo stato emotivo dell’atleta, evidentemente anche tra le lenzuola!

E tutto ciò non solo è collegato ai correlati psicologici dell’impegno fisico, ma avviene proprio grazie al rilascio di endorfine da parte dell’ipofisi durante l’attività aerobica prolungata.

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