Se ti tradisco sei d’accordo?

Si può parlare di tradimento quando il partner è accondiscendente?

Etimologicamente, tradire significa venire meno a un patto, violare la fiducia di un’altra persona. Quindi, in teoria, le parole “tradire” e “acconsentire” sono una sorta di ossimoro, una contraddizione se utilizzate insieme.

Eppure, il cosiddetto tradimento consenziente – o controllato – sembra diffondersi sempre di più. Si tratta, sostanzialmente, di avere un rapporto sessuale con una persona diversa dal/la partner, essendone però quest’ultimo/a a conoscenza. I rapporti a tre, gli scambi di coppia e il “poliamorismo” ricadono appieno in questa definizione, anche se ovviamente le motivazioni alla base di questa scelta possono variare molto.

Coppie che mettono in pratica questo genere di attività mostrano l’attitudine ad operare una netta distinzione tra il piano affettivo e quello erotico: un rapporto sessuale non viene considerato come un completo “darsi all’altro”, e il partner stabile rimane l’unico destinatario di ciò che a cha fare con i sentimenti. In questo modo

  • chi agisce l’infedeltà può tenere lontani i sensi di colpa, e
  • il “tradito” può mantenere una sorta di illusione onnipotente di controllo sull’altro.

Che tipo di legame tiene unite copie che si dedicano al tradimento consenziente?

Non è possibile generalizzare, ma indubbiamente vi sono di fondo dinamiche connesse a una visione onnipotente e controllante del rapporto a due, illusoriamente visto come totalizzante e appagante.

Ma, chi condivide queste esperienze riesce a essere veramente sincero, innanzitutto con se stesso?

Ho incontrato persone che hanno accettato determinati compromessi per paura di perdere l’altro, trovandosi poi invischiate in situazioni emotivamente indigeribili. Ne ho conosciute altre che hanno deciso esplicitamente di fondare il loro rapporto di coppia su questo genere di pratiche.

In mezzo a questi poli estremi ci sono le infinite sfumature che tingono le nostre relazioni affettive.

Insomma: come sempre succede dentro lo studio di una psicologa, non esistono “giusto” o “sbagliato”, ma ci sono esperienze di vita personali e di coppia dotate di una profonda complessità, che come tale va trattata.

 

 

 

 

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