Il vaginismo: il corpo e la mente

Il vaginismo consiste in una contrazione involontaria dei muscoli che circondano l’ingresso della vagina, che può manifestarsi in occasione del tentativo di penetrazione, come nel coito completo, ma anche in altre attività erotiche o durante una visita ginecologica.

Succede che i muscoli coinvolti, mentre solitamente possono essere contratti e rilassati volontariamente dalla donna, in questa situazione non sono sotto il controllo intenzionale, e in certi casi possono arrivare a contrarsi anche alla sola idea del rapporto sessuale. Ciò rende la penetrazione praticamente impossibile, e in ogni caso molto dolorosa.

In questa circostanza la donna si trova inoltre in uno stato di sofferenza psicologica tale da gravare ulteriormente la situazione, tanto da determinare – nella maggior parte dei casi – l’instaurarsi di una vera e propria angoscia per la penetrazione, pur se di diversa intensità in funzione della singola persona.

Le cause di questo disturbo sono sia di origine fisica, sia psichica.

È necessario innanzitutto che il primo screening venga effettuata da un ginecologo esperto nel campo, che sappia quindi come indagare la sintomatologia, in quanto esistono tecniche specifiche per identificarla, ed è necessaria una corretta diagnosi differenziale con la vestibolite vulvare e la mialgia del pavimento pelvico.

Tra le cause fisiche ritroviamo tutte le alterazioni patologiche che producono dolore nell’area genitale, come malformazioni congenite vagino-imenali, esiti di traumi chirurgici, sindromi da dolore vulvare, mialgia del pavimento pelvico, alterazioni trofiche delle mucose

Le cause psichiche sono più frequenti, variamente collegate sia a motivazioni – più o meno – profonde della donna, sia a variabili di natura culturale o relazionale.

Ad esempio:

  • Paura del dolore (legata al primo rapporto, o all’idea della gravidanza e del parto)
  • Tabù e inibizioni educative
  • Aver subito violenze, abusi o molestie sessuali
  • Altri fattori di origine psicologica più profonda, che devono essere indagati e affrontati nelle sedi opportune, cioè nella relazione con uno psicologo (meglio se psicoterapeuta)  esperto in tematiche sessuologiche

Spesso vengono inoltre identificate motivazioni strettamente collegate a problematiche di coppia: il sintomo della donna diventa quindi portatore di una difficoltà che in realtà si situa all’interno della dinamica relazionale a due.

Ecco perché – ove possibile – nel trattamento sessuologico di questa problematica vengono preferibilmente coinvolti entrambi i partner: nella relazione di coppia possono essere racchiuse non solo le conseguenze del disagio, ma anche le sue cause. In questo modo si spiega anche come mai, in molti casi, una volta risolto il sintomo femminile, possono presentarsene altri a carico del maschio, come eiaculazione precoce, impotenza, disturbi del desiderio.

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