Scoprire che il proprio figlio/a è omosessuale n°1

La maggior parte dei genitori di adolescenti dà per scontato che i propri figli siano attratti da persone del sesso opposto, non mettendo minimamente in dubbio che le cose possano anche andare diversamente. Questo è collegato a una serie di motivazioni di origine culturale, sociale, e anche psicologica, connesse al significato e al peso che può essere attribuito alla parola “omosessualità”. Scoprire che il proprio figlio o figlia è omosessuale può essere molto difficile per il genitore, per il ragazzo stesso e anche per gli altri familiari e amici… ma si tratta di un evento assolutamente affrontabile!

La dichiarazione della propria omosessualità da parte di un figlio può arrivare come un fulmine a ciel sereno, oppure essere l’epilogo di una serie di interrogativi e riflessioni dei genitori circa la sessualità del ragazzo/a. Le reazioni emotive spaziano tra varie: shock, incredulità, delusione, dispiacere, senso di colpa, o confusione, e persino sollievo. Alcuni genitori soffrono credendo che la vita sarà difficile per il proprio figlio (o figlia) se questi verrà riconosciuto/a come omosessuale, altri immaginano di aver fatto qualcosa di sbagliato o di aver fallito in qualche modo, altri ancora si sentono imbarazzati con gli amici o con altri membri della famiglia, o ansiosi circa le loro reazioni, altri ancora addirittura sollevati per aver finalmente compreso cosa ultimamente stesse disturbando lo stato emotivo del figlio.

È fisiologico il cominciare a porsi tantissime domande, riguardanti il ragazzo/a, ma anche su se stessi, il proprio comportamento, le relazione genitoriale via via costruita, etc. “Cosa lo spinge ad essere gay/lesbica?”, “Si sta ribellando?”, “Ne è sicuro/a?”, “E’ troppo giovane per esserne sicuro/a!” , “Si tratta solo di una fase di passaggio?”, “Perché non ce l’ha detto prima?”, “Sarà diverso/a ora?”, “Cosa significa questo per la sua vita?”, “Cosa comporterà a noi genitori?”.

E poi ancora: “Perché ha <<scelto>> di essere omosessuale?”, “È diventato/a così a causa dell’influenza di qualcuno?”, “Lo fa soltanto per ferirmi?”, “È qualcosa di mentale che uno psicologo o uno psichiatra possono curare?”.

È importante avere ben presente che:

  • Nessuno “sceglie” la propria sessualità. L’orientamento sessuale o l’identità sessuale nascono dall’interno per ogni individuo, indipendentemente dalle persone verso cui si prova attrazione (anche se in ambito scientifico non ci sono ancora risultati unanimi che permettano di valutare quanto contino le componenti congenite, o il peso di fattori biologici, psichici, relazionali)
  • La sessualità è solo uno degli elementi che fanno parte dell’intero essere, e non si tratta del risultato di una decisione cosciente: nessuno può cambiare il proprio orientamento sessuale solo decidendo di farlo
  • Con le difficoltà e le discriminazioni che possono verificarsi dichiarando la propria omosessualità, la maggior parte delle persone non cambierebbe il proprio stile di vita se non sentisse che si tratta di qualcosa di realmente e profondamente appropriato per sé
  • la posizione assunta da un ragazzo/a che realizza di essere omosessuale spazia tra l’affrontare i fatti – accettando il proprio modo di essere – e il provare un intenso imbarazzo/senso di colpa – che può provocare il tentativo di reprimere una parte importante di se stessi -.

In realtà la maggior parte degli adolescenti attraversa una fase in cui prova attrazione o ha un eroe-idolo dello stesso sesso, ma quando un figlio si dichiara omosessuale in famiglia, solitamente lo fa perché se ne sente già sicuro. Diversamente è più frequente che, sentendosi insicuro/a, non ne voglia parlare; d’altra parte esistono anche figli, che di fronte a un periodo di confusione, si rivolgono proprio ai genitori per cercare aiuto. In ogni caso, qualunque tipo di rapporto ci sia tra genitore e figlio/a, è fondamentale che quest’ultimo possa sentirsi in prima battuta accettato e supportato dagli adulti di riferimento: comunicare a un genitore la propria omosessualità necessita di un grande coraggio. Una volta che lo si è detto, non si può tornare indietro.

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